7,5/10
Secondo le intenzioni dell'autore questo sarebbe dovuto essere un breve e arguto saggio sullo yoga e lo è, all'inizio. Poi la morte di un amico, durante l'attentato alla sede di Charlie Hebdo, lo allontana dal seminario Vipassana che stava seguendo e lo riporta alla sua vita.
Diventa un libro molto intimo, Carrère parla di sé, della sua intensa depressione, arrivata fino a causargli un ricovero in un ospedale psichiatrico. In tutto questo, lo yoga e il Tai Chi sono rimasti per lui come vecchi amici, pronti a farsi trovare nel momento del bisogno, per riuscire a trovare un attimo di serenità e controllo.
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