top of page

Vite che non sono la mia - Carrère

Immagine del redattore: daliacrocedaliacroce

7/10


La scrittura di Carrère non è semplice. O meglio, è semplice e asciutta nella forma, ma i contenuti sono sempre più difficili da digerire. Questo in particolare, nonostante le sue circa 200 pagine, risulta parecchio impegnativo in quanto parla di sofferenza nelle sue diverse forme, della sofferenza degli altri alla quale fa eco la propria, così vicina eppure fortunatamente così lontana, parla di quei momenti in cui, vedendo il dolore degli altri, c'è quella vocina dentro la testa che ti fa dire: grazie al cielo non è capitato a me. "Vite che non sono la mia" è proprio questo. Non ci troviamo di fronte a un romanzo classico, bensì a due diversi avvenimenti ai quali l'autore è stato partecipe e che ne hanno stimolato la riflessione.

Il libro parte col descrivere il drammatico tsunami del 2004 in Sri Lanka. Carrère e la sua famiglia si trovavano lì, sono stati miracolosamente risparmiati dalla devastazione causata dall'onda, ma così non è stato per una giovane famigliola francese con la quale avevano stretto amicizia che ha perso Juliette, la piccola di 4 anni. La seconda tragedia è quella di un'altra Juliette, la sorella di Hélène, la compagna dell'autore. Ha un tumore in stadio avanzato, che ha già metastatizzato ai polmoni e riusciranno appena a salutarla poco prima che muoia in un letto d'ospedale. Lei lascia il marito, le tre figlie piccole e la sua amata carriera da giudice di provincia, il quale combatte le ingiustizie come un moderno romantico Robin Hood insieme a un altro giudice, Étienne che, come lei, ha sofferto di un tumore in giovane età e ne porta ancora le conseguenze. Quest'ultimo è un uomo del quale Juliette ha sempre nutrito grande fiducia e con il quale ha sempre potuto raccontarsi e sfogarsi, senza aver paura di farsi vedere debole come non riusciva a fare in famiglia, nonostante amasse moltissimo il marito.

Soltanto il giorno prima erano come noi, noi come loro, ma a loro è accaduto qualcosa che a noi non è accaduto e adesso apparteniamo a due umanità distinte.

Con uno stile un po' giornalistico l'autore ha raccolto la testimonianza e i ricordi di ciascuno dei protagonisti e, attraverso i loro racconti, parla anche di sé e delle sue più profonde paure.

6 visualizzazioni

Post recenti

Mostra tutti

Comentarios


bottom of page