9/10
Come iniziare a descrivere questo romanzo così poderoso e massiccio, in pieno stile letteratura russa ottocentesca.
A primo approccio può spaventare sicuramente la quantità di pagine (sono 1104 per un peso di ben 1 kg e 100, non esattamente una cosa pratica da portarsi in giro), eppure questa storia di affetto, di legami umani, è come un vortice che ti trascina e non ti lascia andare.
Il titolo parla di una vita, ma in realtà le vite che si intersecano sono quelle dei quattro amici del college JB, Malcolm, Willem e Jude, con caratteri e carriere agli antipodi: JB è l'artista, eclettico, appassionato, ma anche volubile e permaloso, Malcolm è la roccia del gruppo, viene da una famiglia di colore dai solidi valori e diventerà uno stimato architetto. Willem è nato in Svezia, ha perso entrambi i genitori e il fratello disabile al quale era molto affezionato, è bello, intelligente, affabile ma anche molto sensibile e intraprenderà la carriera di attore riscuotendo un enorme successo. Di Jude invece, non si sa praticamente nulla, il suo passato è un mistero che non vuole raccontare, è timido, ha paura di mostrare il proprio corpo (sul quale si provoca dei tagli in frequenti episodi di autolesionismo) e le sue vulnerabilità, ha una disabilità motoria che deriva da un incidente avvenuto nella sua infanzia e spesso si domanda cosa vedano in lui i suoi amici, cosa li abbia portati a decidere di avere a che fare con lui. Jude però è più di questo, è molto bello, di una bellezza irraggiungibile, con degli occhi impenetrabili come i suoi segreti, ha un'intelligenza rara e spiccate doti nel campo della musica, del canto, della matematica, della cucina e della botanica e diventerà un avvocato temuto e rispettato.
L'arco temporale del romanzo attraversa circa 50 anni, dai giorni del college fino all'età adulta, in una ricchissima e affascinante storia di amicizia e di famiglie allargate.
SPOILERS AHEAD
Quello di Jude e Willem è sempre stato il legame più forte tra tutti, che ha anche scatenato la gelosia di JB e di altri amici che spesso si sono sentiti di appartenere a un categoria inferiore.. Quest'amicizia negli anni diventa sempre più stretta e, in maniera inaspettata per entrambe le parti, si trasforma in una relazione sentimentale. È in questo momento che emergono ancora di più le difficoltà di Jude, che nonostante ami Willem e in lui abbia trovato una persona nella quale riporre completa fiducia, trova nel rapporto fisico e in particolare nel sesso, un ostacolo enorme. Solo dopo anni ed anni riuscirà a raccontare il suo passato di abusi, iniziato da quando è stato abbandonato da neonato nei pressi di un monastero, nel quale è cresciuto tra continue punizioni, a quando è scappato con uno dei frati che, dopo avergli promesso il mondo, l'ha costretto a prostituirsi con centinaia di uomini. Dopo l'arresto di fratello Luke, le angherie sono continuate in orfanotrofio ancora per diversi anni e anche dopo esservi fuggito la situazione peggiora, viene tenuto prigioniero dal dottor Traylor che, dopo averlo trovato, solo e malnutrito, lo ha prima soccorso e medicato, poi lo ha fatto prigioniero, ha abusato di lui fino a stancarsene ed infine gli ha causato il famoso incidente che ha danneggiato il midollo spinale e l'ha reso eternamente disabile e vittima di dolori lancinanti, infezioni e piaghe agli arti inferiori.
L'autolesionismo sembra essere l'unica valvola di sfogo di Jude, eredità degli anni con fratello Luke che gli ha fatto scoprire come un dolore fresco e vivido riesca a soffocare la sua immensa sofferenza interiore, e continuerà a praticarlo, considerandosi indegno della felicità e della ricchezza che si è guadagnato.
Non credo che la felicità mi appartenga
È un libro davvero straziante, ci fa riflettere su come sia dura avere a che fare con una persona malata, che tiene dentro tutte le proprie sofferenze, pur essendo circondata di affetto. È una storia intensa e umana, con il perfetto connubio tra amore e dolore.
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