top of page

Sanpa, madre amorosa e crudele - Fabio Cantelli Anibaldi

Immagine del redattore: daliacrocedaliacroce


8,5/10


Il libro di Cantelli è tra gli scritti che ha ispirato la serie televisiva Netflix ma, al contrario di questa, che presenta necessariamente una narrazione più legata alla cronistoria della comunità e alla sua evoluzione, racconta del suo rapporto intimo con San Patrignano, pieno di momenti contradditori

Fabio Cantelli è un filosofo, e come tale scrive. È perciò un libro complesso, nei temi e nella forma, in un ricco turbinio di citazioni filosofiche caricate dal senso di onnipotenza adolescenziale dell'autore. Infatti egli scrisse queste pagine, pubblicate nel '96 col titolo "La quiete sotto la pelle", nei suoi ultimi mesi di permanenza a San Patrignano, raccogliendo anche stralci dei suoi appunti di gioventù., per poi rielaborarli più tardi in questa versione ripubblicata nel 2021.

L'autore sente un senso di profonda appartenenza alla comunità, per il quale solo lui e i suoi pochi veri compagni possono permettersi di criticarla, conoscendone profondamente ogni sfumatura e soprattutto essendo tra i pochi "superstiti" della prima San Patrignano, quella più autentica, dai metodi poi rudi ma proprio per questo più veri e più capaci di creare una profonda trasformazione.

Fabio Cantelli ha incontrato la droga nei primi anni dell'adolescenza, conoscendo prima l'eroina, per poi salire sul monte Everest della cocaina e del burrone che subito la segue. Più volte si è trovato a entrare e uscire da San Patrignano per tornare a Milano e spesso ricadere nel circolo vizioso composto di furtarelli, ricadute e astinenza. Ma San Patrignano aveva qualcosa di diverso dalle altre comunità e quel plus era proprio il suo creatore, Vincenzo Muccioli, un uomo che ERA il metodo Sanpa, coi suoi metodi rudi e un atteggiamento paterno che voleva creare un forte legame coi suoi ragazzi e che purtroppo ha iniziato a venire meno quando la comunità si è espansa a ritmi esponenziali e si è cercato di codificare un metodo che era costituito non solo di vita sana, attività manuale, ma soprattutto di rapporti umani.

Per questo Fabio è sempre ritornato, fino a diventare uno degli ex tossici che collaboravano in prima persona con Muccioli, il suoi "luogotenenti", che lo hanno rappresentato anche pubblicamente nel periodo dei processi riminesi e nelle interviste televisive.

L'autore ha anche vissuto un'altra dei momenti più tragici della storia della comunità: la prima morte per AIDS. L'HIV è un virus che si iniziava a scoprire in quegli anni e che i ragazzi tossicodipendenti hanno dovuto iniziare a comprendere e ad affrontare. Cantelli stesso ha scoperto in quegli anni di essere sieropositivo e questa consapevolezza l'ha ulteriormente avvicinato a una consapevolezza filosofica della morte, una replica della sua esperienza di tossicomane che ci flirta ad ogni somministrazione e che, nella sua visione completamente alterata del mondo, nella sua personale scala dei valori, è solo un altro modo di obnubilare i sensi.



6 visualizzazioni

Post recenti

Mostra tutti

Comments


bottom of page