6/10
Nove anni dopo gli eventi raccontati in Trainspotting, rincontriamo gli elementi della banda di Leith, disgregatasi dopo il tradimento di Mark Renton/Rent boy, scappato ad Amsterdam dopo essersi intascato tutti i soldi dell'ultimo colpo.
La trama ruota intorno all'ultima "ideona" imprenditoriale del fu Sick Boy, ormai Simon David Williamson (niente più soprannomi che richiamino il passato): girare un film a luci rosse. Dopo un breve trascorso a Londra infatti, torna a Leith per rilevare il pub di una vecchia zia e, riallacciate alcune vecchie conoscenze, inizia la produzione di un film per adulti che ha come protagonista la giovane Nikki, disinibita studentessa del college che arrotonda lavorando presso una sauna e facendo qualche piccolo "extra".
Spud non se la passa molto bene, sempre perso nel tunnel delle droghe rischia di perdere la compagna Ally e il figlio. Per cercare di darsi un tono e uno scopo, si è messo in testa di scrivere una sua biografia di Leith e di venderla a una casa editrice, dimostrando così di non essere un fallito.
Franco ha scontato la sua pena ed esce dalla prigione, assetato di vendetta nei confronti di Renton il quale, ad Amsterdam, ha cambiato vita e dirige un night club.
Il film li farà di nuovo lavorare insieme, con Simon nelle vesti dell'imprenditore visionario, la cui lucidità è però compromessa da un abuso sempre maggiore di cocaina.
I rapporti però sono tesi più che mai tra gli ex soci, nessuno può fidarsi di nessuno e si è costantemente in attesa della prossima pugnalata alle spalle.
Difficile reggere il peso di essere il sequel di Trainspotting, soprattutto con i protagonisti che hanno qualche chilo in più e qualche capello in meno, manca quella fame, quella voglia di andare avanti a tutti i costi che avevano nove anni prima. Rimane il
disagio da periferia che nemmeno tutti i soldi del mondo o i sogni di gloria riescono a cancellare.
Il linguaggio è crudo, volgare e non lascia nulla all'immaginazione. Ogni capitolo è raccontato in prima persona da un membro della banda, ognuno dei quali con il suo gergo e stile particolari (Spud riconoscibile dal fatto che chiama ogni persona "gattone"), il che rende un po' più complicata la lettura.
Per chi volesse sapere come va a finire, c'è un secondo sequel, "Morto che cammina".
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