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Niente di Vero - Veronica Raimo

Immagine del redattore: daliacrocedaliacroce


5/10


Se ho letto l'ennesimo libro mediocre è solo colpa di Zerocalcare. Perché se lui dice letteralmente <<Veronica Raimo è l'unica che mi ha fatto ridere ad alta voce con un testo scritto in prosa da quando ero adolescente» con tanto di fascetta rossa posizionata sulla copertina, un po' ci vuoi credere. Invece finisce quasi per essere la cosa più interessante del libro, che di per sé parla dell'ennesima famiglia disfunzionale, ma senza né una vera e propria trama né una grande innovazione. Sono riflessioni sull'infanzia dell'autrice, nata e cresciuta nella periferia romana, con una madre ansiosa e ossessiva, un padre maniaco dell'igiene e un fratello estremamente talentoso e perfettamente irraggiungibile.

L'unico tema interessante è quello della noia, che alla fine è ciò che l'ha fatta diventare una scrittrice. Con genitori così iperprotettivi, lei e il fratello non hanno mai giocato in giardino con gli altri bambini, non facevano sport, non hanno imparato a nuotare o andare in bicicletta, ma hanno dovuto riempire i loro momenti vuoti con la loro immaginazione.

L'autrice ha 44 anni, ma non guarda al proprio passato in maniera distaccata con la maturità di un adulto, bensì con l'insicurezza di un'eterna adolescente che attribuisce la causa dei propri difetti agli altri, che guarda con una punta di invidia l'amica che se n'è andata da Roma e ha avuto una figlia, il fratello che anche nel mestiere di scrittore sembra avere più successo di lei, che non si presenta alle rimpatriate di classe per non essere costretta a giustificare il suo essere single e senza figli.

Simpatica la punta di ironia nel racconto, ma Veronica si rotola nell'autocommiserazione per 176 pagine.



Quando in una famiglia nasce uno scrittore, quella famiglia è finita, si dice. In realtà la famiglia se la caverà alla grande, come è sempre stato dall'alba dei tempi, mentre sarà lo scrittore a fare una brutta fine nel tentativo disperato di uccidere madri, padri e fratelli, per poi ritrovarseli inesorabilmente vivi.
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