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La Canzone di Achille - Madeline Miller

Immagine del redattore: daliacrocedaliacroce

7,5/10

La canzone di Achille è il primo romanzo di Madeline Miller che, come Circe, racconta la mitologia greca in chiave attuale. In questo libro vediamo narrato l'inscindibile legame tra Patroclo e Achille, dal loro incontro, fino alle celebre guerra di Troia, durante la quale entrambi periranno.

Il giovanissimo Patroclo, per colpa di uno sfortunato incidente, uccide un ragazzo e il re Menezio suo padre lo esilia nella città di Ftia. Qui cresce nell'anonimato di un principe esiliato che ha perso il suo nome, si tiene sempre in disparte e ha frequenti incubi causati dal senso di colpa. Il re Peleo accoglie tanti altri ragazzi, che istruisce, prepara alle armi e che un giorno gli saranno preziosi alleati, sotto la guida di suo figlio Achille, avuto dalla ninfa Teti e quindi per metà mortale, per metà divino.

Patroclo diventa quasi inspiegabilmente il prescelto di Achille, il suo Hetairos (compagno d'armi, devoto fino alla morte) e lo seguirà anche negli anni in cui verranno istruiti dal mitico centauro Chirone. Achille è destinato a essere il miglior guerriero della sua generazione, mentre Patroclo preferisce lo studio della medicina e delle erbe. Il loro legame, nonostante sia disapprovato da Teti che non reputa il giovane apolide un degno compagno per il figlio, diventa sempre più intenso e i due diventeranno amanti devoti.

Ma il periodo di idillio sarà fin troppo breve e presto verranno entrambi chiamati a imbracciare le armi e a prendere parte alla guerra che unirà i greci sotto un'unica bandiera, la famosa guerra di Troia, dichiarata da Agamennone e dal fratello Menelao, re di Sparta, la cui moglie Elena è stata rapita da Paride, uno dei principi della città dell'Asia minore.

Come la mitologia ci ha insegnato, l'assedio durerà dieci lunghi anni, durante i quali Achille vivrà all'altezza delle profezie fatte in suo nome e sarà l'Aristos Achaion, il migliore dei greci, un guerriero veloce, preciso e infallibile. Gli anni passano, la guerra giunge ad una fase di stallo e ,durante una delle razzie dei territori limitrofi, il re Agamennone rapisce una giovane sacerdotessa e così facendo provoca le ire di Apollo, che scatena una pestilenza nell'accampamento greco. Achille confronta Agamennone e si scatena una lite che termina con Achille, leso nell'orgoglio, che si mette in disparte e lascia che la guerra prosegua senza il suo intervento. Sfruttando l'indebolimento dei greci a causa della pestilenza e dell'assenza di Achille, gli alleati dei troiani sferrano un feroce attacco all'accampamento, guidati da Sarpedonte. Patroclo prega più volte Achille di mettere da parte il proprio senso dell'onore e di recarsi in aiuto ai suo alleati, ma questi cede solo quando Patroclo si propone di indossare le sue vesti e la sua armatura per mettersi a capo dei guerrieri mirmidoni: in questo modo la dignità di Achille, offeso agli occhi degli dei, rimarrà intatta, ma gli uomini potranno ancora amarlo come loro salvatore.

Patroclo, nei panni di Achille, riesce ad imitarne le movenze che ha osservato mille volte e a guidare coraggiosamente i suoi uomini. Contrario alla violenza sin da piccolo e non particolarmente dotato nell'arte della guerra, riesce persino a uccidere Sarpendonte, ma nulla può contro Ettore, figlio maggiore di Priamo e principe di Troia. Per vendicare la morte dell'amato compagno, Achille si esporrà al suo destino, che lo condanna a morire dopo la morte di Ettore, come voleva la profezia, e ciò avverrà per mano di Paride, che lo colpirà con una freccia.

Le ceneri dei due giovani eroi verranno mischiate e riposeranno per sempre insieme.

Il romanzo d'esordio della Miller a mio parere è un gradino sotto a Circe, pur essendo molto simile ad esso, riuscendo infatti a trasformare la mitologia in qualcosa di molto vicino a noi usando emozioni che saranno sempre attuali. Il tasto dolente è che nella prima metà, sembra davvero di leggere una fanfic. Narrata dal punto di vista di Patroclo, la descrizione dei capelli dorati, le labbra color ciliegia, il viso affilati e i piedi veloci e dai tendini guizzanti di Achille e poi della loro tenera storia d'amore, con tutto il mondo contro di loro a partire dalla gelida e divina madre di Achille, diventa un tantino too much.

Per il resto, trovo davvero coinvolgente la narrazione della parte meno "famosa" di questa lunga guerra, nota per l'inganno del cavallo di Odisseo che qui non viene narrato, in quanto evento successivo alla morte di Achille, ma anch'essa ricca di avvenimenti.

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