6,5/10
Gaia è la seconda dei quattro figli di Antonia, una donna autoritaria, con un forte senso della giustizia, che ogni giorno combatte per dare da mangiare alla sua famiglia che comprendere il marito divenuto paraplegico a seguito di un incidente sul lavoro.
Gaia è da quando è nata che si sente diversa e se, all'inizio, aveva il sostegno del fratellastro Mariano, una volta che lui
verrà mandato a vivere a Ostia dalla nonna, non le rimarranno altri confidenti che un paio di amiche di scuola che ogni giorno, come lei, affrontano il viaggio fatto di autobus affollati e treni in ritardo che le conduce dalla periferia a Roma.
Vittima di bullismo per i capelli rossi, il fisico troppo asciutto e le orecchie a sventola, ma soprattutto per la povertà che le si leggeva addosso, dagli astucci riciclati, ai vestiti tramandati dal fratello grande e mai alla moda come gli altri ragazzi, al diario costruito incollando due quadernetti economici, ha sempre affrontato la violenza con la violenza, covando nel profondo rabbia e risentimento. Il lago sul quale affaccia casa sua è scenario di tante delle vicende che la coinvolgono e specchio delle sue emozioni, un lago che dovrebbe essere di acqua dolce e invece ha l'odore della benzina e dell'acqua stagnante.
Gaia crescerà e vivrà ogni sua scelta come una sfida contro tutti e tutto, a partire dal fidanzatino volutamente "figlio di papà", alle amicizie sbagliate, fino all'università quando studiare filosofia diverrà un modo per rivendicare la sua estraneità a un mondo per il quale una ragazza povera può solo andare a lavorare per sostenere la sua famiglia.
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